Sulla guerra in Ucraina, intervista di Don Giovanni Ferretti

UCRAINA: IL TEOLOGO, ‘NON È VANGELO DIRE A CHI È AGGREDITO DI SUBIRE’ = Don Ferretti, ‘ma tendere alla pace non va confuso con il fare la guerra alla Russia” Roma, 6 mag. (Adnkronos) –

 

“Non è Vangelo dire a chi è aggredito di subire”. Don Giovanni Ferretti, teologo e storico della filosofia, già’ ordinario di filosofia teoretica e direttore del Dipartimento di filosofia e scienze umane dell’Università degli studi di Macerata, interviene nel dibattito sul diritto per un Paese aggredito, in questo caso l’Ucraina, di difendersi dall’aggressore, la Russia. E, in una intervista all’Adnkronos, osserva: “Non è Vangelo dire a chi è stato aggredito ‘subisci io non faccio nulla’: questo è cinismo puro”. “Il problema - osserva il teologo - è molto complesso. Ci sono diverse sensibilità e diverse indicazioni di vie concrete. Il mondo cattolico è certamente per la pace e per il fare tutto il possibile per raggiungerla. Il Papa su tutti. E non si può non essere in questa posizione. Poi il modo concreto di ottenere la pace” registra divergenze, annota il teologo: “C’è chi pensa si debba aiutare l’aggredito perché l’aggressore cessi di aggredirlo. C’è chi invece pensa più alla testimonianza di non violenza, rinunciando a qualsiasi forma di armi pensando che diversamente anziché affrettare la pace si allontani”.

Fin dove si può spingere la difesa? “Fino a quando l’aggressore non cessi di aggredire. Nel Cristianesimo, c’è una posizione di non rispondere all’aggressione, quindi di subirla, però - annota don Giovanni Ferretti - questo lo posso fare per me, non lo posso imporre ad altri. La Chiesa o il singolo o una nazione può scegliere di essere passiva, può scegliere la linea della non violenza, però non si può poi impedire all’altro o costringerlo in questa situazione non aiutandolo”. Ribadisce il teologo: “Non puoi dire a chi è stato aggredito ‘Subisci, io non faccio nulla: questo è contro il Vangelo. Mentre se tu non reagisci è una scelta personale ma se vedi uno che è bastonato non puoi dirgli subisci passivamente: sarebbe stravolgere il Vangelo”. Giusto continuare a fornire armi all’Ucraina? “Io sono più di questa sensibilità - osserva il teologo - pur rendendomi conto del grosso pericolo che questo non aiuti una de-escalation del conflitto, impedendo il raggiungimento della pace. A cuor leggero, non penso sia bene” continuare a fornire armi “senza se e senza ma, ma penso anche che l’altro, in questo caso la Russia, - osserva il teologo - sia un rischio maggiore. Io distinguerei dalla posizione Usa, di non limitarsi a fermare l’aggressione ma di andare a sconfiggere la Russia. Tendere alla pace non deve essere confuso con fare la guerra alla Russia e in questo mi pare che l’Europa si distingua dall’amministrazione americana”.

 

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(Dav/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-MAG-22 14:29

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