Pensieri critici sul nuovo centro ed il montismo

di Giovanni Bianco Al centro c'è un grande affollamento. Ci sono exneofascisti e banchieri, ex democristiani, il prof.Monti che propina pillole di buonsenso, exdemocratici, exsocialisti, cinici uomini d'affari. Stento a capire cosa c'entrano le Acli e la Comunità di S'Egidio con Monti, il neoliberismo ed il principio del pareggio del bilancio, nè mi spiego la "saggia" benedizione fornita da "L' osservatore romano" all' "agenda Monti". Perchè questo tentativo di ricollocare i cattolici al centro? Non si tratta a ben vedere del maldestro tentativo di settori moderati o conservatori del cattolicesimo di rispolverare il mai abbandonato sogno di rifondare la D.C., magari spostata più a destra, esauritasi la spinta propulsiva del disastroso Signor B.? Non è, peraltro, estremamente contradditorio cercare di conciliare spezzoni del miglior cattolicesimo sociale con i poteri forti, i "padroni del vapore", l'alta borghesia rampante e certe vecchie volpi della politica? A questi così discutibili fenomeni necessita fornire una risposta da sinistra (o almeno da centrosinistra) coerente e critica verso il montismo e la dottrina economica che la sorregge. Questo può accadere soltanto riscoprendo un ruolo "alto" e "costruttivo" della politica, cioè pure strategico. Non serve dunque il sostegno alla politica che intende limitarsi a "governare i processi", bensì a quella che intende correggerne le diseguaglianze, cioè le distorsioni e le anomalie dello sviluppo economico neocapitalistico, ampliando gli spazi di partecipazione e di democrazia, insomma "il controllo delle masse sugli apparati". Siffatta è la sfida a cui non può sottrarsi anzitutto il Pd, che può diventare una forza socialdemocratica di respiro europeo soltanto accogliendo le ragioni di un riformismo di ampia portata che sappia pure assegnare un nuovo ruolo attivo al pubblico potere ed allo Stato nella cornice della società pluralista.

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