Giovanni Bachelet al CSM, 12 febbraio 2020

1. Saluto e ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il vice Presidente David Ermini, il Ministro Buonafede, il primo presidente della Corte di Cassazione, il Procuratore Generale, i consiglieri per lâimpegno a mantenere viva la memoria di mio padre e per lâinvito. Saluto anche con affetto e gratitudine anche gli uomini in divisa che mi ricordano i nonni ufficiali.
2. Quarantâanni sono molti. Se papĂ fosse vivo avrebbe 94 anni; molti membri del suo CSM sono intanto morti di morte naturale; nel bene e nel male, lâItalia, lâEuropa e il mondo sono cambiati al punto da risultare quasi irriconoscibili per chi avesse chiuso gli occhi nel 1980.
3. Trovandoci però a commemorare mio padre davanti al Capo dello Stato nella sede dellâorgano di autogoverno dei magistrati, è naturale anche osservare che qualcosa di importante è rimasto: Costituzione e Magistratura hanno continuato e continuano a rappresentare, nellâavvicendarsi delle generazioni e nel susseguirsi di imponenti mutamenti tecnologici, sociali e geopolitici, un punto di riferimento e una garanzia per tutti gli Italiani.
4. In questi quarantâanni, ogniqualvolta la politica, lâeconomia o la stessa societĂ si disgregavano e mancavano ai loro doveri (che si trattasse di mafia o terrorismo, di massoneria o corruzione politica, di acciaierie o quote latte o viadotti autostradali) magistrati e avvocati, anche quando non hanno pagato con la vita la fedeltĂ alla loro insostituibile funzione, si sono spesso trovati ad essere lâultima trincea, la âlinea del Piaveâ dello stato di diritto.
5. In questo contesto il rapporto fra magistratura e politica non è mai stato pacifico e le reciproche accuse di interferenza e sconfinamento nei rispettivi campi non sono una novitĂ : noi pensiamo magari che Mani Pulite, il falso in bilancio abolito per legge, i magistrati che entrano in politica o i politici che in una legislatura accorciano la prescrizione e in unâaltra la aboliscono siano fenomeni relativamente recenti, ma venerdĂ scorso Luigi Scotti, consigliere ai tempi di mio padre, ci raccontava che il parere critico dato dal CSM su alcuni aspetti delle leggi antiterrorismo non fu preso affatto bene dal Parlamento di allora; e che lâultimo plenum del CSM prima che mio padre morisse fu dedicato a smentire unâinterrogazione parlamentare nella quale alcuni magistrati venivano indicati addirittura come fiancheggiatori dei terroristi.
6. Da cittadino e da ex parlamentare mi pare però di poter dire, al di lĂ delle periodiche crisi che attraversano e intersecano politica e giustizia e nel CSM trovano una naturale sede di soluzione e composizione, che i tre punti del programma (ce lo raccontava sempre Luigi Scotti) del CSM di quei tempi difficili e violenti âfedeltĂ allo stato di diritto, tenuta ed efficacia delle istituzioni, autonomia e indipendenza della magistraturaâ rappresentino una bussola sempre attuale. Seguirla mi pare il modo migliore di commemorare mio padre e i tanti che hanno dato la vita per la giustizia nel nostro Paese.
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