Continuare con questo livello di emissioni di CO2, in Africa ad esempio, potrebbe determinare alla fine del secolo, un incremento della temperatura di circa 7 gradi centigradi con effetti devastanti quali la desertificazione di tre quarti del continente africano.
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Se a ciò si aggiunge il fatto che entro trent'anni la popolazione africana raddoppierà (la stima è di 2,5 miliardi), si può immaginare quale esodo biblico, Â dovranno affrontare e risolvere le generazioni future.Â
Un esodo che è già iniziato non solo con i rifugiati politici, ma anche e sopratutto con i migranti economici che spesso risultano essere "profughi climatici", anche se l'Onu non li riconosce come tali.
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L'opera devastante dell'uomo, com'è tristemente noto, determina anche il progressivo ridimensionamento dei ghiacciai, del flusso d'acqua da essi determinato e quindi, la conseguente riduzione progressiva della sua disponibilità globale. Non è certamente un caso che le multinazionali dell'acqua fanno di tutto per mettere le mani sul "petrolio" del futuro detenendo così il possesso della prima fonte di vita e quindi della condizione indispensabile per esercitare gli altri diritti umani in piena dignità.Â
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E' necessario mettere in discussione questo modello di Sistema economico-finanziario che uccide i poveri e distrugge il pianeta Terra.
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Nell'era dell'Antropocene, iniziata due secoli fa con la rivoluzione industriale, bisogna comprendere che il processo di innovazione e diffusione dei modelli di produzione e di consumo , accelerati dalla tecno-scienza, Â non bastano più per trovare soluzioni che recuperino il rispetto della natura e dei nostri simili.Â
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Per progredire e continuare a vivere ci vogliono uomini e donne all'altezza dei tempi, non tanto super-intelligenza artificiali né super-robot, ma la semplice intelligenza umana che possa riconoscere le immense contraddizioni alle quali siamo esposti e tramite la solidarietà e la ricerca scientifica riesca a invertire un trend che conduce inevitabilmente alla catastrofe.
Uomini e donne capaci di custodire, cioè di curare  quella che Francesco - nel suo Cantico delle Creature - chiamò "Sora nostra madre Terra" (sorella e madre....).
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Dobbiamo abbandonare la cultura individualistica ed abbracciare un umanesimo integrale come via per affrontare le sfide della condizione umana attuale. Solo dialogando e alleandosi con tutti gli uomini di buona volontà si potrà riequilibrare quello che Gunther Anders chiamava "dislivello prometeico" tra sistemi tecnici e tecnologici sempre più innovativi ed avanzati e la fragilità e la contraddittorietà della vita umana. Dobbiamo trovare il modo per la ricomposizione della dimensione personale con la cura del contesto in cui viviamo, dei sistemi tecnologici ed economici con l'ecosistema.
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La consapevolezza di essere in grado di poter manipolare la natura e la vita, dà all'umanità e sopratutto ai potenti della Terra, una responsabilità senza precedenti.
Sta a noi non distruggere la Terra e con essa l'uomo.
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Le aziende più "illuminate" ed i Paesi più avanzati, come ad esempio quelli scandinavi, hanno compreso che la sostenibilità, il rispetto dell'ambiente e delle persone - ad iniziare dai propri dipendenti per le aziende e del prossimo per tutti noi - producono non solo eticità e comportamenti virtuosi, ma anche maggiore fatturato, maggiori utili e maggiore qualità dei prodotti e dei servizi, con conseguente apprezzamento da parte dei consumatori che acquistandoli migliorano la propria e l'altrui vita, rispettando anche le generazioni future, fino alla fine dei tempi.
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