Brunelli su Il Regno sulle primarie Pd
Le fibrillazioni del PD riguardano la definizione di una irrisolta identità politica. Il PD è certamente l’ultimo partito sulla scena politica italiana. Quel tanto di organizzazione che rimane del vecchio Partito comunista è ancora sufficiente a garantire una forma e una struttura al PD. Ma questo è appunto la sua forza residuale e il suo limite progettuale. «Partito democratico » è a tutt’oggi il nome nuovo di vecchi partiti e non un nuovo soggetto politico all’altezza della riforma del sistema politico e istituzionale del paese. Anche qui niente di nuovo. Il confronto ha protagonisti nuovi, ma le questioni irrisolte sono le stesse. Se nel centrodestra il problema è quello del rapporto tra la leadership e il partito, nel centro- sinistra il problema è specularmente rovesciato, qui il dramma che si consuma da anni è quello del rapporto tra il partito e la leadership. Dopo una lunga serie di tentativi (tutti falliti), sia dal lato dell’innovazione, sia dal lato della restaurazione, da ultimo, nel passaggio generazionale il confronto, che ha per oggetto immediato la segreteria, è tra Renzi (non a caso un sindaco, un esponente di quella democrazia locale che ancora resiste), e la più giovane e per bene espressione del continuismo, Cuperlo. La vittoria annunciata di Renzi (ma bisognerà guardare non solo alle percentuali di chi vince e di chi perde, bensì alla composizione interna della probabile vittoria di Renzi) può mettere capo a una nuova stagione. Le virtù e i limiti del personaggio sono noti. Forte determinazione, ma una lettura del tutto individualistica della vicenda politica. Le uniche vere formulazioni politiche finora pronunciate da Renzi hanno riguardato la scelta del sistema bipolare e la conseguente definizione della legge elettorale. Bisognerà attendere di capire cosa significa in concreto. La maggioranza dei soggetti politici oggi presenti in Parlamento, compresa la maggioranza del PD, hanno in mente, all’opposto, un ritorno al proporzionale, per fotografare e conservare l’attuale situazione nel rapporto di forze. Compreso il Movimento 5 stelle di Grillo. Dire bipolarismo e maggioritario significa dire l’opposto di quel che tutti sostengono nella realtà, al di là delle dichiarazioni di facciata. Significa dire no al PD come sin qui lo abbiamo conosciuto; significa dire no alla conservazione pura dell’attuale Costituzione, che tiene bloccata ogni riforma che consenta di scegliere il primato del governo sulla rappresentanza; significa dire no al governo delle «larghe intese», che sta diventando di fatto lo specchio di un sistema bloccato e determinare la strada per il ritorno alle urne; significa contrastare la leadership di Napolitano sul PD e dire no alla sua visione di un’Italia politica da restaurare. Per il momento nulla di nuovo. Si tratta solo di parole. Gianfranco Brunelli
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