Bagnasco dice qualcosa di sinistra?

E’ difficile comprendere il significato dell’entusiasmo della sinistra per la prolusione di Bagnasco al Consiglio permanente della CEI. Nulla in quel testo fa pensare a un cambiamento di linea. Nulla eccetto una prevedibile presa di distanza dai comportamenti privati di Berlusconi. Bagnasco sviluppa infatti una critica di carattere morale allo stile di vita di Berlusconi senza impegnarsi, come ci si sarebbe potuto attendere da un integrale esercizio di discernimento, in una significativa ricerca delle cause e dei rimedi, soprattutto dei rimedi istituzionali. Si potrebbe dire un discernimento senza contenuti. Anzi, nel capitolo dei rimedi finisce l’indicazione di una riaggregazione dell'area cattolica il cui principio di individuazione consiste nell’appartenenza religiosa, anzi nella condivisione dei valori. Difficile immaginare che il sostegno a questa riaggregazione avvenga al di fuori di una completa continuità con l’orientamento emerso negli anni della presidenza Bagnasco. Abbassare i toni del conflitto – competizione con la classe politica, contenere le frizioni con la Segreteria di stato difendendo il proprio spazio, praticare un sostanziale neogentilonismo, come nel caso della disciplina legislativa della dichiarazione anticipata di trattamento. Insomma l’asse preferenziale con il centrodestra non si rompe perché non si rompe il quadro strategico nel quale quell’asse è collocato. Nel confronto tra un modello di partito liberal conservatore di isipirazione cattolica, una forma di neopopolarismo che sfida il conservatorismo della politica di questo governo e un assetto continuamente negoziato degli “interessi” cattolici è quest’ultimo che continua a prevalere. Con una sostanziale rimozione dei temi più innovativi - libertà religiosa, ridefinizione del ruolo della politica nella società, difesa del bipolarismo politico, legittimazione dei partiti a vocazione maggioritaria contro ogni ritorno proporzionalistico, iniezioni di elementi di cattolicesimo liberale, rielaborazione del patrimonio culturale del popolarismo, richiesta di una integrale modernizzazione della sinistra - che avevano caratterizzato gli anni precedenti fino alla Settimana sociale di Reggio Calabria. Non a caso sostanzialmente “silenziata” nella strategia di comunicazione della Presidenza della CEI.  Bagnasco dunque non cambia linea e la sinistra non se ne accorge. Come troppo frequentemente avviene questa sinistra continua a sperare che altri facciano quello che dovrebbe essere il suo mestiere: convincere gli italiani a votarla. Del resto le strategie ecclesiali risentono delle scelte della politica. E’ un punto che non va mai dimenticato. Col partito a vocazione maggioritaria il Pd di fatto finiva con lo spingere la CEI e il laicato cattolico organizzato a mantenere l'opzione bipolare depurandola dall'orientamento preferenziale verso il centro-destra. Quel Pd spingeva CEI e mondo cattolico all'equivicinanza verso i poli: non a caso in quel clima era maturato il percorso della Settimana sociale di Reggio Calabria. Viceversa un Pd ridotto alla rappresentanza della sinistra tradizionale (buone ultime le scelte di Bersani di partecipare in prima persona alla manifestazione della Cgil e all'incontro sostanzialmente neofrontista di Vasto con Vendola e Di Pietro) e in cui l’esponente cattolica più visibile, Rosi Bindi, è impegnata in una rincorsa a scavalcare costantemente “a sinistra” le linea già sbilanciata della segreteria, finisce con l’affidare la”rappresentanza cattolica” all'accordo con l'Udc. E’ questa linea che apre una voragine. Sommandosi al declino di Berlusconi l'attuale Pd crea lo spazio per una ristrutturazione del bipolarismo fondata su un ritorno proporzionalistico. E’ questa scelta che rende possibile una specie di nuova DC, incoraggiata dalla Presidenza della CEI contro il tardodossettismo egemone nel PD.     Si è ancora in tempo per rovesciare lo schema dal versante politico, quello della vocazione maggioritaria, e raccogliere gli spunti dei discorsi di Benedetto XVI a Westminster Hall e al Bundestag?

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