Alcune considerazioni sul PD
l PD si è presentato agli elettori senza un progetto di Governo del Paese, puntando su una politica del "al lupo(a) al lupo (a)", che ha portato torrenti di voti a destra e/o ha lasciato a casa tanti elettori...
Letta un leader inadeguato, avvelenato da rancori personali, anziché aggregare le forze politiche che avevano sostenuto il Governo Draghi, ha creato le condizioni per la loro diaspora.
Sempre di più si è affermata la logica delle correnti interne ad un partito che, a causa di ciò, ha cambiato 5 segretari in 7 anni. Un partito fermo nel guado tra le due sponde del riformismo e del massimalismo, con sempre più avvicinamento al secondo. Massimalismo populista che torna in auge con le parole di Bettini tifoso, di un'alleanza organica e stabile con i 5 stelle, cosa che accadrà nel giro di poco tempo.
In questa logica nessuno spazio al liberismo ed al riformismo, ma solo spazio ad un'egemonia culturale al di fuori del tempo e della storia. Così si sono candidati nei collegi sicuri i virologi non i costituzionalisti, le ex Ministre, che hanno cambiato 3-4 casacche, anziché i Fiano....
La narrazione giornalistica poi sottovaluta il risultato del 3° polo, in poche settimane si è raggiunta la percentuale che hanno ottenuto, dopo decenni di presenza, la Lega e FI, ma si sà Renzi è antipatico e Calenda presuntuoso... Sta di fatto però che questa formazione appena nata è stata l'unica, a non dare la colpa agli altri partiti ma a sottolineare anche la volatilità del pensiero "politico" italiano che applaude Draghi (il vincitore di un tempo) ma un minuto dopo applaude il vincitore che lo sostituisce.
Spesso si dice che gli elettori hanno sempre ragione ed è vero quando si tratta di rispettare il responso che esce dalle urne, ma ciò non impedisce l'esprimere valutazioni e giudizi sui processi che portano a quel voto, quando lo si considera un voto negativo per il Paese.
Ho espresso il mio giudizio negativo sull'estremo individualismo egoistico di larga parte dell'elettorato, come ho sottolineato come larga parte dell'elettorato stesso vota per interessi personali, comprensibili ma non condivisibili, determinati da paura o da bisogni; così non pochi votano chi promette sussidi, pensioni, prebende, ecc. a spese delle generazioni future, in una logica di egoismo individualista collettivo.
Si vota così per la destra perchè mantenga il privilegio della proprietà privata (stabilimenti balneari) su aree demaniali pubbliche (spiagge) concesse per pochi euro; si votano i 5stelle perché mantengano il reddito di cittadinanza anche a chi non è impossibilitato al lavoro; si vota FI e Lega nella speranza di una flat tax che ridimensioni drasticamente le tasse (ai benestanti...); purtroppo si potrebbe continuare all'infinito a snocciolare l'elenco dei mille egoismi che hanno caratterizzato una campagna elettorale bruttissima.
Anche sul terreno della rappresentanza storica dei lavoratori, il PD è ormai fermo al secolo scorso, con uno spostamento di puro populismo pentastellato nel chiedere ad esempio il salario minimo, una proposta sbagliata sia dal punto di vista economico che sociale.
Mentre la Meloni propone, giustamente, il taglio del cuneo fiscale, "la ditta" e il PD tutto propongono un salario minimo che: 1) castra il ruolo contrattuale delle parti sociali (sindacato e associazioni imprenditoriali) "statalizzando" una materia tipicamente socio-economica e sottintendendo così, consciamente o inconsciamente non so, l'eliminazione della sussidiarietà; 2) aumenta unicamente i costi di produzione e a cascata produce l'aumento dei prezzi di prodotti e servizi ed incentiva la disoccupazione (aumento costi=espulsione manodopera) e le uscite per gli ammortizzatori sociali.
Gli stipendi e i salari si aumentano tagliando le tasse sul lavoro e detassando i premi di produzione e di produttività erogati liberamente e/o negoziati tra le parti sociali.
E' un partito che ha subìto Draghi ("O Conte o morte"....) e certo non è stato protagonista della sua agenda, sostanzialmente pensata e affermata dal "nonno a disposizione", insieme ai suoi Ministri tecnici....sulle macerie del PNRR partorito dal Conte2, su cui è il caso di stendere un velo pietoso.
Credo che inizia proprio adesso la possibilità di ri-contare in quanto cattolici in politica. Non si tratta di piegare lo Stato Liberale alla propria etica, ma di testimoniare la propria etica in una realtà pluralistica senza volerla imporre.
Il cattolicesimo ha smesso da decenni di leggere i segni dei tempi e di mediare il divino nell'umano, l'assoluto nel relativo,la fede nella politica. Forse è questo il vero motivo del progressivo esaurirsi della capacità di incidere nella vita economica e politica.
Molti problemi politici e sociali descritti sinteticamente sopra, hanno radici in un'economia capitalistica che si è globalizzata, producendo paure e insicurezza.
L'inserimento dell'etica nei processi economici è urgentissimo. E' indispensabile una crescita economica diversa, capace di far interagire positivamente efficienza e solidarietà, superando la dialettica Stato-Mercato.
Diventa urgente la realizzazione di economia civile di mercato, un'economia cioè che innesti capitale spirituale nelle aziende, oltre che forme di partecipazione e di piena valorizzazione delle risorse umane e naturali.
Forse dovremmo ripensare, come cattolici, ai processi economici che producono quell'individualismo esasperato che sviluppa egoismi e risultati elettorali non certo graditi , e quella cultura nata da un turbo capitalismo produttore di consumatori seriali, diseguaglianze sociali ed economiche, odio sociale. Forse è il tempo di immaginare e proporre nuovi modelli di governo dell'economia e nuovi modelli istituzionali, capaci di porre al centro la persona, non l'individuo; di ribadire e riaffermare lo stretto rapporto tra la "comunità" e la "persona", alternativo all'isolamento sociale egoistico.
Un nuovo modello capace di opporsi all'individualismo e all'aridità spirituale imperanti oggi. Individualismo e aridità che caratterizzano populismi, sovranismi e teorie economiche autarchiche, anch'esse fuori dal tempo e dalla storia.
Un'economia che non abbia bisogno di modelli di lavoro alienante, che sviluppi e produca libertà, creatività, risparmio energetico e sostenibilità ambientale, in tal senso un buon esempio è lo smart working (lì dove è possibile); un'economia che veda la partecipazione delle rappresentanza dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle aziende da cui dipendono; un'economia che si ponga il problema di produzioni capaci di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale e sociale; un'economia che sviluppi aziende capaci di realizzare, anche attraverso la contrattazione e la detassazione degli investimenti, luoghi di servizio ai dipendenti, come asili nido, sostegno psicologico, ecc.
Le pensioni, la sanità e gli ammortizzatori sociali non si aumentano o si migliorano continuando a chiedere unicamente l'intervento pubblico, convinti che Pantalone abbia una sorta di pozzo di San Patrizio inesauribile; forse si dovrebbe proporre il potenziamento della sussidiarietà e quindi il miglioramento di Fondi contrattuali sanitari, previdenziali, formativi, che già rendono un grande servizio apprezzato da milioni di lavoratori.
Non c'è più un centro-sinistra, da quando Letta e il partito hanno preferito allearsi con Fratoianni & c. e far tornare a casa art.1 di Speranza & c.; oggi c'è un partito che ha abbandonato lo spirito e la lettera del Lingotto.
Non ha votato male chi non ha votato PD, perché si rischia di cadere nella logica del chi non è con noi è contro di noi... Io non ho votato PD da tempo e il distaccarsi da esso non è stato facile, abbandonare l'attività dei circoli, dell'impegno per gli ideali non è stata cosa semplice. Ma non è più quel partito, io sono pronto a lavorare per qualcosa di nuovo e di grande, in questo spirito ho votato il 3° polo; se ci sarà poi altra realtà più convincente, ben venga, io ci sarò.
Forse come cattolici e non solo, bisognerà anche riflettere sulla possibilità di sviluppare formazione politica nei confronti dei giovani, così come a suo tempo altri (Lega democratica, Rosa Bianca, ecc.) fecero con noi.
Sono loro la speranza e spesso risultano essere senza maestri, anche se pieni di voglia di impegnarsi, basta trovare gli argomenti che li entusiasmano, come ad esempio il clima.
Infine credo che il PD debba diventare più umile e dialogante con chi è ormai all'opposizione come lo è il PD stesso, rispettando uomini e idee altrui, in una logica aggregativa e non divisiva.
La sintesi delle diverse idee fatta nel rispetto di tutti i proponenti, potrà sviluppare proposte alternative a quelle di una destra oggi vincente. Purtroppo non ho la sensazione che il percorso congressuale, appena intrapreso, vada in questa direzione.
Infine un attimo di ottimismo: una cosa è vincere le elezioni, un'altra governare.....
Pietro Giordano (pierogiordano.it)
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