Verso il convegno del 15 alla Sapienza- la traccia di Luigi Accattoli

Quando Papa Francesco si richiama a Paolo VI Francesco ricorda spesso Papa Montini “con affetto e con ammirazione” e lo qualifica abitualmente come “il grande Paolo VI”. Ne ha favorito la beatificazione, ne richiama come “insuperato” l’insegnamento sull’evangelizzazione, che pone a base del proprio programma pontificale. Parlando a un pellegrinaggio bresciano nel 50° dell’elezione di Papa Montini afferma il 22 giugno 2013 che l’esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi” (pubblicata da Paolo VI nel 1975) “è il documento pastorale più grande che è stato scritto fino a oggi”; e ne segnala l’invito ad “annunciare il Vangelo all’uomo di oggi, con misericordia, con pazienza, con coraggio, con gioia”. La “Evangelii nuntiandi” Francesco la cita sette volte nella “Evangelii gaudium” e l’aveva evocata nel famoso intervento in congregazione generale prima del Conclave che, si dice, gli avrebbe aperto la via all’elezione: “Pensando al prossimo Papa, c’è bisogno di un uomo che aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso la periferia esistenziale dell’umanità, in modo da essere madre feconda della ‘dolce e confortante gioia di evangelizzare’”. Quest’ultima espressione è presa dal paragrafo 75 della “Evangelii nuntiandi” e da essa Francesco ricaverà il titolo della sua esortazione “Evangelii gaudium”. Forse in epoca moderna nessun Papa è stato di insegnamento ai successori quanto Paolo VI, sia per quello che riguarda le linee di governo della Chiesa, sia per la definizione dell’immagine papale. Papa Luciani appena eletto ne ricordò la “cultura”, Giovanni Paolo II lo chiamò “padre e maestro”, Benedetto ha definito “quasi sovrumano” il suo “merito” nei riguardi del Vaticano II. Solo Francesco si distacca da Paolo VI sia nel governo (ha ripreso il processo riformatore che Paolo VI aveva posto in mora nel 1967-1968), sia nella definizione dell’immagine papale (dalle vesti all’appartamento). Ma anche il Papa argentino si fa discepolo del Papa bresciano e in ciò che più conta: cioè ponendolo a ispiratore della propria chiamata all’uscita missionaria. Luigi Accattoli

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