Renzi: siamo alle solite, ma non c’è di meglio.

Siamo alle solite. Lo stile è una questione di gusti, il suo per me è insopportabile.
I contenuti sono affastellati. Domani saranno quelli di oggi? I buchi e le omertà non fanno di quella lista di spots un programma e non lasciano trasparire una visione certa. Il riferimento ad un Macron ancora molto “statalista” e ondivago chiarisce meno di quanto sembri.
La direzione, però, è quella giusta: contrapporre una sinistra (che potrebbe essere) liberale ad un centro destra che (speriamo) pian piano torni ad esserlo e che per ora non lo è certamente.
Tanto è modesta la posizione di Renzi sui contenuti quanto è buona quella sul piano della tattica (contenuto anch’esso!).
Con Di Maio può far fuori Conte, maschera dorotea che Renzi stesso ha rimesso in scena.
Con Di Maio può dividersi le spoglie di Pd, che sempre più somiglia ad un rumoroso nulla.
Con Di Maio può giocarsi la semifinale “a sinistra” (non sarà semplice, dopo che Renzi stesso ha riportato in vita Di Maio).
E Renzi ha anche “seconda scelta” che nessuno ha. Di passaggio può fare sponda con Salvini, per accordi transitori tra “rottamatori” (cfr. quanto scritto da Maroni ed anche da Cerasa).
A Renzi – e solo a lui nella sinistra – può tornare utile un Salvini un po’ meno estremista. E questo è un altro suo (di Renzi) grande vantaggio tattico.
Che ne farà Renzi di questi vantaggi tattici? In passato ne ha già sprecati tanti.

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