Renzi, Salvini e Woody Allen, di Giorgio Armillei
"Tu
prendi tutte le decisioni sbagliate perché le prendi col cervello e non con il
cuore. Le decisioni prese col cervello non sono affidabili come quelle prese
con il cuore perché nel cervello c'è la materia grigia e nel cuore c'è il
sangue e il sangue circola in tutto il corpo, gira, conosce, sa cos'è la vita.
Nel cervello invece c'è la materia grigia che giace lì a pensicchiare!",
dice C.W.Briggs (Woody Allen) a Betty Ann Fitzgerald (Helen Hunt) che con
freddo metodo tayloristico ristruttura l’organizzazione della compagnia di
assicurazione per cui il primo lavora come investigatore, inanellando
intuizioni e rifiutando ogni razionalizzazione scientifica.
Possiamo
utilizzare una delle più geniali battute de “La maledizione della scorpione di
Giada” come chiave per entrare nel gioco intricato della crisi di governo? È
azzardato ma possiamo provarci. La porta di accesso è quella dello stile di
leadership: c’è chi pensicchia e chi sa cos’è la vita, chi sta fermo e chi si
muove, chi infila sgambetti, patti e retromarce e chi spiazza gli avversari,
rovescia il tavolo e comincia nuove partite.
Detto nei
termini dei politologi ci sono i leader transazionali, quelli che lavorano
secondo la logica dello scambio, degli incentivi, dei piccoli vantaggi, dei
calcoli di breve o brevissimo periodo. Sono leader per tempi normali:
amministrano la scena. E poi ci sono i leader trasformativi, quelli che
fabbricano e propongono scenari, traguardi, nuove identità nelle quali
riconoscersi. Sono leader per tempi di crisi: costruiscono la scena. I primi
giocano con le armi del negoziato, con il patronato delle cariche, con lo
scambio delle informazioni utili a spostare i confini dei piccoli poteri. I
secondi usano l’intelligenza emotiva - non necessariamente con elevati gradi di
autoconsapevolezza – giocano con simboli, parole, esempi; catturano gli
elettori proponendo una visione. C.W.Briggs direbbe che i primi pensicchiano e
i secondi sanno cos’è la vita.
Il sistema politico italiano è ormai da decenni in una lunga transizione che non si è mai risolta nel consolidamento di una qualche normalità. La fine del bipartitismo imperfetto negli anni Settanta; poi il pluralismo instabile degli anni Ottanta; poi il maggioritario ma non troppo della cosiddetta seconda repubblica; per finire oggi con il neoproporzionalismo. Craxi, Berlusconi (anche se ora non più), Renzi e Salvini sono stati e sono i leader trasformativi di questo lungo scorcio della storia della repubblica. E non è un caso che – ben al di là dei leader formali – siano gli ultimi due a giocare le carte decisive di questa crisi di governo.
Commenti (1)
prodi? una parentesi vero?
Agosto 30, 2019 12:41