Il capolinea

SIAMO dunque arrivati alla domanda capitale del tragico quindicennio berlusconiano: può governare un Paese democratico un leader che da giorni è lo zimbello del mondo per i festini con minorenni prostitute, pagate e travestite da infermiere per eccitare li satrapo stanco? Con ogni evidenza no.In qualsiasi Paese normale un premier coinvolto nel ridicolo e nello squallore di questo scandalo si sarebbe già ritirato a vita privata, per difendersi senza coinvolgere lo Stato nella sua vergogna. La giustizia dirà se ci sono reati con minori e se c'è la concussione, com`è convinta la Procura di Milano. Ma intanto ciò che emerge dalle carte giudiziarie è sufficiente per un giudizio politico di totale inattitudine ad esercitace la leadership governativa e la rappresentanza di una democrazia occidentale. L`incoscienza del limite, la dismisura eretta a regola di vita, la concezione del rapporto tra uomo e donna, uniti insieme danno forma ad un permanente abuso di potere che macchia le istituzioni e offende lo Stato. Che si tratti di malattia, come denunciava l`ex moglie del premier, o di perdita di controllo, poco importa per il cittadino. Da due anni la politica è prostituita da un primo ministro che teme le rivelazioni sulle sue notti, è vulnerabile dalle sue partner occasionali, è ricattato dalle minorenni, dichiara guerra alle intercettazioni e ai giornali soltanto per difendersi dalla valanga di scandali che lo sovrasta: soprattutto mente e invita le ragazze a mentire. Tutto è ormai pubblico, tutto è inevitabilmente politico. Anche l`ultimo atto:si dimetta, e vada a difendersi, se può, nel tribunale della Repubblica, evitando di distruggere il tempio con se stesso. (editoriale de "La Repubblica" del 18 gennaio 2011)

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