Contratto Fiat

Gigi Brossa, militante del Pd di Torino, già iscritto al Pci, al Pds e ai Ds, mi invia la mail che segue sotto forma di lettera a Camusso e Cgil. A me sembra che spieghi bene che secondo Costituzione l'unico principio non negoziabile è la contrattazione, da qui la non plausibilità di richiami alla violazione della Costituzione o al fascismo incombente. Sono stato ospitato durante il mese di campagna elettorale proprio in zona Mirafiori dalla mia amica Cristina Nespoli e sono andato a volantinare alcune volte proprio lì. Io mi sono imbattuto con persone (non so se il campione casuale fosse rappresentativo) che dirigevano la loro conflittualità più verso il prelievo fiscale molto alto per servizi spesso non all'altezza che non verso l'impresa, segnalando che la flessibilità non può cadere solo su chi è esposto direttamente sulla concorrenza internazionale. Esiste anche il secondo conflitto, quello nell'azienda, ma guai a dimenticare come ricorda oggi Tito Boeri su "Repubblica", che lo squilibrio di potere a svantaggio dei lavoratori cade esponenzialmente subito dopo l'operatività di un contratto firmato. Per questo credo e spero che i Sì possano vincere bene. mail di Gigi Brossa Cara Fiom e cara Susanna, ieri sera ho provato a leggere l'accordo di cui date un giudizio severo. Effettivamente l'accordo prevede una profonda revisione dei rapporti sindacali, partendo dal superamento del contratto nazionale e passando per la clausola integrativa che prevede l'adesione individuale alla logica del contratto sottoscritto, pena la possibilità di incorrere in sanzioni disciplinari nel caso di mancato rispetto. Tuttavia l'accordo prevede anche impegni significativi della Fiat e investimenti importanti a favore di Mirafiori. Per questa ragione, considerando la situazione economica in cui viviamo, senza dimenticare la logica che da parecchio tempo sembra guidare l'atteggiamento contrattuale della Fiom, spesso, assai spesso, poco propensa a firmare accordi, salvo poi beneficiarne in sede attuativa, ti chiedo, vi chiedo, di tornare a quel tavolo e di prendervi il rischio di aderire. Questo mi sembra dovrebbe essere l'atteggiamento di chi vuole stringere accordi e non invece il richiamo a leggi superiori che dovrebbero garantire, una volta per tutte, le condizioni di lavoro. E' alla logica contrattuale che vi richiamo, alla sua natura pattizia, all'impegno comune verso un risultato che interessa peraltro non solo voi. Questo atteggiamento ha il vantaggio di cumulare le utilità delle parti, di farle incontrare, di ottimizzare i risultati. L'altra strada, quella che sembrate voler intraprendere, irrigidisce la realtà, una realtà, converrete con me, che è mutata e che è interesse comune, vostro e della Fiat (ed anche nostro un po'), affrontare migliorando, con le proprie proposte e le proprie richieste.

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