Agenzie di stampa su convegno cattolici e bipolarismo

Cattolici: a destra e a sinistra per salvare il bipolarismo = (ASCA) - Roma, 23 feb - E' possibile nonostante la crisi, quella economica e quella politica, salvare e rilanciare il bipolarismo? Realizzare un sistema che veda contendersi la guida del Paese tra progressisti e conservatori?. E' intorno a questo interrogativo che al Centro congressi dell'Universita' Gregoriana, si e' svolto il convegno su ''I cattolici e il bipolarismo'' promosso dalla fondazione Magna Carta e dall'associazione Liberta' Eguale. Sul lato progressista, il senatore democratico Giorgio Tonini ha sostenuto che ''la condizione per difendere e rilanciare il bipolarismo e' non minimizzare la sua crisi''. Facendo l'esempio dell'esortazione liturgica a riconoscere i propri peccati se si vuole la salvezza, Tonini ha indicato 3 peccati-errori da affrontare: quello dello ''scomunicarsi a vicenda'' ovvero il non riconoscimento reciproco di ''essere una parte'' e che ''l'altro e' legittimato quanto te a governare''. In proposito Tonini ha invitato ad evitare una variente di questo peccato: ''fare mea culpa sul petto dell'altro''. Altro errore e' stato indicato nel ''non aver compreso e superato l'interclassismo basato sulla spesa pubblica''. Il terzo peccato e' stato interamente dedicato ai cattolici che ''hanno concepito e poi abbandonato il bipolarismo in fasce''. Con questo Tonini si e' riferito al 13mo congresso della Dc nel gennaio '76 quando si decise l'elezione diretta del segretario tra Zaccagni e Forlani. Quello. ha sottolineato Tonini, fu l'inizio del bipolarismo che ''purtroppo fu poi abbandonato dai cattolici''. Proprio da questo ''passo indietro, il riconoscimento dei peccati -secondo Tonini- e' possibile fare un passo avanti e rilanciare il bipolarismo''. min 232018 FEB 12 NNNN Cattolici: a destra e a sinistra per salvare il bipolarismo (2 Update) = (ASCA) - Roma, 23 feb - E' possibile nonostante la crisi, quella economica e quella politica, salvare e rilanciare il bipolarismo? Realizzare un sistema che veda contendersi la guida del Paese tra progressisti e conservatori?. E' intorno a questo interrogativo che al Centro congressi dell'Universita' Gregoriana, si e' svolto il convegno su ''I cattolici e il bipolarismo'' promosso dalla fondazione Magna Carta e dall'associazione Liberta' Eguale. Sul lato progressista, il senatore democratico Giorgio Tonini ha sostenuto che ''la condizione per difendere e rilanciare il bipolarismo e' non minimizzare la sua crisi''. Facendo l'esempio dell'esortazione liturgica a riconoscere i propri peccati se si vuole la salvezza, Tonini ha indicato 3 peccati-errori da affrontare: quello dello ''scomunicarsi a vicenda'' ovvero il non riconoscimento reciproco di ''essere una parte'' e che ''l'altro e' legittimato quanto te a governare''. In proposito Tonini ha invitato ad evitare una variente di questo peccato: ''fare mea culpa sul petto dell'altro''. Altro errore e' stato indicato nel ''non aver compreso e superato l'interclassismo basato sulla spesa pubblica''. Il terzo peccato e' stato interamente dedicato ai cattolici che ''hanno concepito e poi abbandonato il bipolarismo in fasce''. Con questo Tonini si e' riferito al 13mo congresso della Dc nel gennaio '76 quando si decise l'elezione diretta del segretario tra Zaccagni e Forlani. Quello. ha sottolineato Tonini, fu l'inizio del bipolarismo che ''purtroppo fu poi abbandonato dai cattolici''. Proprio da questo ''passo indietro, il riconoscimento dei peccati -secondo Tonini- e' possibile fare un passo avanti e rilanciare il bipolarismo''. A destra ha risposto l'ex ministro Maurizio Sacconi (Pdl) che ha parlato esplicitamente di ''fallimento della stagione bipolare''. Noi, ha aggiunto, ''siamo naturalmente bipolari perche' significa prevalenza della societa' e l'affermazione di uno Stato come popolo''. L'essenza del bipolarismo, per Sacconi, e' nel ''senso comune del popolo che deve diventare senso dello Stato. E noi cattolici dobbiamo lavorare per un umanesimo condiviso che venga accettato nella dimensione pubblica''. Ma quando si parla di valori condivisi ''non possiamo non parlare -ha sottolineato- di valori non negoziabili''. Non ha poi spiegato esaurientemente, parlando di giustizia, se anche questa rienti in quei valori. ''Non possiamo dimenticare la 'bestia', non possiamo dimenticare l'anomalia'' ha detto riferendosi ai magistrati per i quali ha auspicato la ''responsabilita' civile, ma anche quella contabile''. Il senatore Pd Stefano Ceccanti ha sottolineato che ''il bipolarismo consente il principio di responsabilita''' che ''ha funzionato molto bene a livello comunale, provinciale e regionale''. I problemi sono sorti a livello nazionale dove ''il bipolarismo ha garantito la nascita dei governi ma non di governare''. Ceccanti, considerando lo stato attuale, ha auspicato un bipolarismo flessibile nel senso di ''premiare i partiti piu' grandi e non le coalizioni''. Insomma realizzare un sistema con 2 grandi partiti intorno ai quali si formino alleanze con i partiti minori. La flessibilita' sarebbe nella possibilita' di individuare una chiara maggioranza di andare ad una grosse coalition sul modello tedesco. Gaetano Quagliariello, capogruppo vicario dei senatori del Pdl, ha sostenuto che ''per ragioni storiche il cattolicesimo e' stato nemico del bipolarismo, ma oggi puo' essere il motore di un nuovo bipolarismo'' nel senso che ''i cattolici possono giocare un ruolo fondamentale nel passaggio dal bipolarismo ideologico al bipolarismo politico, ovvero da un bipolarismo fondato su coalizioni-ammucchiata. coatte e obbligate che si formano alle elezioni e poi si sfasciano, a un bipolarismo nel quale si stringono accordi su base programmatica e su principi condivisi. Un bipolarismo maturo articolato su un substrato comune che non impedisca alle due polarita', in momenti eccezionali di potersi trovare assieme''. Per Eugenia Roccella, Pdl, e' prevedibile una ''scomposizione-ricomposizione del quadro politico''. Un processo che trae origine dalla ''crisi iniziata da Tangentopoli con il rischio di un processo in piazza per i partiti e la politica''. ''Non e' stata la politica ne' la societa' civile a tirarci fuori dalla crisi -ha detto la Roccella- ma Berlusconi, che vive e lotta ancora con noi''. Intervento un po' diverso quello di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, che ha auspicato un bipolarismo duro e puro, di tipo conflittuale che permetta di fare emergere contenuti e posizioni: ''Prima cosa e' non avere paura di perdere. Invece ci si preoccupa di non perdere, il che e' la premessa di perdere anche sui valori''. Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, ha ricordato di avere ''lavorato per un bicameralismo non diviso su Berlusconi, ma e' prevalsa una lotta per il potere''. Dichiarando di essere favorevole ad un sistema alla tedesca, Buttiglione ha dato un consiglio ai bipolaristi: ''Saltate un turno, 5 o 6 anni di grande coalizione per fare le riforme e avviare poi un buon bipolarismo''. Buttiglione ha sottolineato come ''il sistema tedesco funziona perche' e' flessibile'' e poi ha fatto osservare che se si vuole un leader capo dell'esecutivo ''scegliete una repubblica presidenziale'' ma se si vuole un bipolarismo parlamentare ''il sistema e' quello del cancellierato''. min 232051 FEB 12 NN ## Cattolici/ Bipolaristi uniti contro scomposizione dei partiti Ad un convegno di Magna Charta Roccella propone "stati generali" Roma, 23 feb. (TMNews) - Sarà che le manovre per un'evoluzione dell'Udc sembrano procedere spedite. Sarà che con la prospettiva che il Governo Monti duri fino a fine legislatura prende sempre più corpo l'ipotesi di una "scomposizione e ricomposizione" dell'attuale quadro partitico (concetto più volte evocato da Andrea Riccardi così come da esponenti dell'episcopato italiano). Sarà che anche il Papa nei mesi scorsi ha più volte fatto appello ad una "nuova generazione" di cattolici in politica che ha fatto pensare ad un neocentrismo vaticano. Quel che è certo è che i cattolici di entrambi gli schieramenti che non vogliono mandare in soffitta il bipolarismo non intendono rimanere in silenzio. E si sono riuniti ad un convegno promosso questo pomeriggio dalla fondazione Magna Charta e ospitata dalla Pontificia università Gregoriana. "E' miope ed insufficiente l'idea di una scomposizione e ricomposizione del quadro politico", ha detto Eugenia Roccella (Pdl), ex sottosegretario del Governo Berlusconi, ex portavoce del Family day, un passato recente come esperta di bioetica vicina al cardinale Camillo Ruini. Roccella ha lanciato l'idea di "stati generali" dei cattolici bipolaristi ed ha preannunciato un convegno il mese prossimo sui "principi non negoziabili". Secondo Gaetano Quagiariello, vicepresidente dei senatori del Pdl e presidente di Magna Charta, "i cattolici possono giocare un ruolo fondamentale nel passaggio dal bipolarismo ideologico al bipolarismo politico, ovvero da un bipolarismo fondato su coalizioni-ammucchiata coatte e obbligate che si formano alle elezioni e poi si sfasciano, a un bipolarismo nel quale si stringono accordi su base programmatica e su principi condivisi. Un bipolarismo maturo articolato su un substrato comune che non impedisca alle due polarità, in momenti eccezionali, di potersi trovare insieme". L'idea di una 'grosse Koalition' è stata evocata anche da Roccella. L'elogio del bipolarismo, ha detto, "non è solo un omaggio a Berlusconi, che vive e lotta insieme a noi". (segue) NN ## Cattolici/ Bipolaristi uniti contro scomposizione dei... -2- Sacconi: Corregere e rilanciare. Gasparri:Attenti a l.elettorale Roma, 23 feb. (TMNews) - Su questo punto è intervenuta Maria Antonietta Calabrò, giornalista del 'Corriere della sera' e moderatrice del dibattito, che ha sottolineato come gli ultimi retroscena giornalistici suggeriscano che l'ex premier sarebbe il primo a voler superare un certo bipolarismo. "Siamo qui a sostenere Monti - ha precisato allora Roccella - e non è detto che una grande coalizione sia in contraddizione con la salvaguardia del bipolarismo. Ma il bipolarismo è stato una proposta che ha cambiato lo scenario politico italiano. Non si può tornare indietro, non si può cancellare la storia, non si può ritornare ad un proporzionalismo che ha fallito molto di più di quanto si possa dire del bipolarismo". L'incontro è stato aperto dagli interventi di Luca Diotallevi, politologo di riferimento della Cei e bipolarista convinto, e dal costituzionalista Giovanni Guzzetta. Era presente il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione, che ha difeso la prospettiva neocentrista. Il 'veltroniano' Giorgio Tonini è intervenuto per invitare a non sottovalutare le critiche centriste al bipolarismo degli ultimi anni. "La condizione per difendere e rilanciare il bipolarismo - motivo per cui siamo qui persone così diverse - è non nascondere la sua crisi". Sulla stessa linea Stefano Ceccanti (Pd), che ha sottolineato come "il bipolarismo non ha prodotto governabilitià". Anche l'ex ministro Maurizio Sacconi ha messo in luce il "fallimento" della stagione bipolare, auspicando una sua correzione e rilancio. Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha sostenuto che per difendere i valori cattolici lo schema bipolare è il più adatto, ed ha perciò invitato a non promuovere una legge elettorale "sbagliata". Tra i presenti, Carlo Giovanardi, il giurista cattolico Francesco d'Agostino, il vaticanista Sandro Magister, e Luigi Amicone, direttore del settimanale ciellino 'Tempi'. Ska LEGGE ELETTORALE: CECCANTI, SERVE RIFORMA CHE NON SPAPPOLI PARLAMENTO = PREMIARE I PARTITI PIU' GRANDI, NON LE COALIZIONI Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Abbiami bisogno di una legge elettorale che premi i partiti piu' grandi, non le coalizioni. Una legge che renda possibile, se necessario, una Grande coalizione, senza per questo imporla". Lo ha detto il senatore Stefano Ceccanti (Pd), nel corso del convegno su "I cattolici e il bipolarismo" alla Pontificia universita' gregoriana, organizzato dalla Fondazione Magna Carta e dall'Associazione Liberta'eguale. Il rischio del sistema proporzionale puro di tipo tedesco, avverte, "ci ritroveremmo un Parlamento spappolato e a quel punto la Grande coalizione saremmo costretti a farla, anziche' adottarla come libera scelta". Al convegno sono intervenuti, accanto ad esponenti centristi e del Pdl, anche altri parlamentari democratici, come Claudia Mancina e Giorgio Tonini. CATTOLICI:TONINI (PD),RICONOSCERNE CRISI DIFENDE BIPOLARISMO (ANSA) - ROMA, 23 FEB - ''La condizione per difendere e rilanciare il bipolarismo e' non minimizzare la sua crisi''. Ne' e' convinto Giorgio Tonini del Pd che ne ha parlato nel suo intervento al convegno ''cattolici e bipolarismo'' organizzato dalla Fondazione Magna Carta e dall'Associazione 'Liberta' Eguale''. Facendo l'esempio dell'esortazione liturgica a riconoscere i propri peccati per avere la salvezza, Tonini ha indicato 3 ''peccati'' da affrontare: quello dello ''scomunicarsi a vicenda'' ovvero il non riconoscimento reciproco di ''essere una parte'' e che ''l'altro e' legittimato quanto te a governare''. Altro errore e' stato indicato nel ''non aver compreso e superato l'interclassismo basato sulla spesa pubblica''. Il terzo peccato e' dedicato ai cattolici che ''hanno concepito e poi abbandonato il bipolarismo in fasce''. Con questo Tonini si e' riferito al 13mo congresso della Dc nel gennaio '76 quando si decise l'elezione diretta del segretario tra Zaccagnini e Forlani. Quello, ha sottolineato Tonini, fu l'inizio del bipolarismo che ''purtroppo fu poi abbandonato dai cattolici''. Proprio da questo ''passo indietro, il riconoscimento dei peccati e' possibile fare un passo avanti per rilanciare il bipolarismo''. (ANSA). CATTOLICI: TONINI (PD), 'DIASPORA' COSTRUISCE BIPOLARISMO POST-BERLUSCONI = Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il bipolarismo non e' morto, ma ne stiamo costruendo uno nuovo fondato non piu' su berlusconismo e antiberlusconismo, ma su una contesa in nome degli interessi del Paese". Lo ha detto il senatore del Pd Giorgio Tonini nel corso del convegno su "I cattolici e il bipolarismo" all'Universita' Gregoriana. "Non e' detto -ha aggiunto- che i cattolici debbano per forza porre fine alla loro diaspora. Anzi, e' un bene che possano confrontarsi a partire da scelte e schieramenti diversi". Quanto al Pd, che "ha sostenuto il governo Monti e senza di noi questo governo non sarebbe proprio nato, si tratta di vedere come riversare questa esperienza nella prossima legislatura, attraverso le elezioni". Ma entrambi i Poli, ha sottolineato, "dovrebbero fare l'esame di coscienza, ammettere i propri 'peccati' rispetto al fatto di non essere stati all'altezza del governo del Paese quando ne hanno avuto la possibilita'", in particolare nel "superare l'interclassismo fondato sulla spesa pubblica a favore di quello fondato sulle riforme: ed ecco perche' oggi ci ritroviamo l'alternativa che appare secca: il Paese o lo si risana o lo si riforma".

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