l'amico pubblico numero 1, di Luciano Iannaccone

E’ in corso in Italia una spregiudicata operazione politica e mediatica, che potrebbe titolarsi “Il ritorno di Conte” e rappresenta una grande minaccia per il nostro futuro prossimo. Il filo rosso che lega passato, presente e futuro dell’operazione può essere espresso da una massima erroneamente attribuita a Joseph Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.

 

E’ cominciata a inizio anno, con la caduta di Conte, prima temuta e poi avvenuta, attribuita alle più sordide motivazioni e macchinazioni del solito Renzi. E’ proseguita con la quotidiana elencazione delle benemerenze di Giuseppi, contrapposte ai limiti di Draghi. Naturalmente ciò ha comportato una narrazione fiabesca, con Travaglio e Scanzi nel ruolo dei fratelli Grimm e Lilly Gruber e Bianca Berlinguer in quello della fate ignoranti. E tra gli altri Sigfrido Ranucci nei panni dell’orco affabile, ma non troppo.

 

La perla di questa narrazione è consistita nel dare per assodato che era precipuo merito di Conte la cospicua assegnazione all’Italia da parte dell’Europa dei finanziamenti ( sia a prestito che a fondo perduto) del Recovery Found, perchè  solo grazie alla sua azione erano stati ottenuti.

Come se gli altri Stati e la stessa commissione europea fossero stati indotti a favorire l’Italia dal suo irresistibile eloquio. E non pochi italiani ci sono cascati, senza sapere o capire che erano criteri oggettivi e predeterminati (legati alla popolazione italiana, al bassa crescita pluriennale del reddito pro-capite ed all’alta disoccupazione, alla misura della recessione da covid considerevolmente superiore alla media europea) quelli che avevano determinato le percentuali nella ripartizione dei fondi europei e che non avrebbe potuto essere diversamente.

 

Aggiungiamo che in non poche persone, forse in particolare fra gli anziani, è rimasta una certa nostalgia delle dirette televisive e facebook in cui, dopo ogni DPCM, Conte si presentava in ogni casa con la premura del medico condotto di una volta, premuroso  e partecipe. Diffondeva con arte sicurezza e speranza davanti al buio della pandemia e nessuno si preoccupava più delle sconfortanti, inutili e costosissime peripezie del commissario Arcuri tra respiratori mal funzionanti, banchi a rotelle inutili, padiglioni di vaccinazioni ricchi di design e poveri di campagna vaccinale.

E’ puntando su questo “capitale umano”, frutto di una fiducia non meritata, che Conte pensa al suo rientro, anticipato dai cori mediatici e social dei suoi corifei e con la regia di Rocco Casalino alias Quentin Tarantino. Giuseppi è scaltro, motivato e “non tiene vergogna”.

Se si facesse un’analisi obiettiva dei suoi trentadue mesi da Presidente del Consiglio, con due governi di orientamento europeo completamente diverso, sovranista il prima europeista il secondo, non verrebbe in piena luce soltanto la sua erraticità. Ma anche la sua capacità di sentirsi sempre a proprio agio dopo ogni capriola. E soprattutto la sua radicale incompetenza sui contenuti delle scelte politiche, sostituita dalla chiacchiera ben confezionata e dall’istinto che sa bene come afferrare il potere.

 Sono gli strumenti che si accinge ad usare anche ora nel suo rientro. I 5Stelle sono un’etichetta rimuovibile, anche se per ora la userà. Importante è tornare a parlare “al suo pubblico”, usando i toni moderati e colloquiali in cui eccelle. Cercherà, l’ha già detto, i moderati, il centro, cercando di coinvolgerli in un movimentismo senza principi.

E mi pare chiaro che non ora, ma molto presto il suo bersaglio, prima nascosto  poi palese, sarà Mario Draghi. Cioè il nome che simboleggia e sintetizza tutto quanto di buono si sta facendo da più di tre mesi per ridare una speranza ed un futuro all’Italia. Dalla costruzione e gestione di un vero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con le innovazioni   tecnologiche, ambientali ed infrastrutturali, le riforme della giustizia, del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione ad una vera campagna vaccinale: ciò di cui abbiamo bisogno per aprirci al futuro.

Ma a Conte ed ai suoi cari tutto ciò non importa. Non avranno ritegno nel far maliziosamente e tenacemente guerra a Draghi, perché interessa soltanto gustare ancora il dolce sapore del potere. E per far ciò egli  lavorerà alla circonvenzione sia dei possibili alleati che dei variegati possibili sostenitori.

E’ quasi incredibile che il Pd, prima coi toni messianici di Bettini, poi con quelli grigi di Letta non abbia ancora capito dove Conte andrà a parare. L’altra prossima vittima di Giuseppi Lecter ? L’importante è che non lo siamo noi italiani.

                                          

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Non so cosa avrebbe pensato o scritto al riguardo il caro Amico Giorgio Armillei, improvvisamente mancato ai suoi Cari ed anche a tutti noi. Ma la sua apparente assenza non è lontananza. 

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Commenti (1)

  • Ernesto Rispondi

    Da quest’articolo emerge in modo evidente l’insofferenza e il disprezzo che lo scrivente mostra nei confronti dell’ex premier Conte arrivando persino allo scherno. Tale avversione lo spinge al punto di considerare semplicisticamente che il consistente finanziamento all’Italia derivante dal Recovery Found sia solo il risultato di una ripartizione automatica fatta sulla base di criteri oggettivi e applicati poi dalla Commissione Europea.\r\nIn modo disinvolto e scorretto ignora volutamente l’intera opera di intermediazione politica pregressa fra i paesi membri dell’Unione, opera che poi ha determinato le regole e i criteri di assegnazione dei fondi. \r\nIn tale frangente l’azione di Conte per l’Italia, al netto della retorica, è stata più che positiva: ha saputo edificare alleanze e mediazioni anche con i cosiddetti paesi rigoristi, ottenendo un risultato inaspettato da tutti gli osservatori politici: 209 miliardi contro i 172 proposti dalla Commissione. Un accordo davvero storico e senza precedenti da tutti i punti di vista.\r\nRisulta un po’ difficile quindi, a proposito di Recovery Found, sostenere la tesi che tutto è avvenuto in modo automatico, il nostro sagace articolista, deve stare sereno e tranquillo: può ripetere e sostenere questa sua convinzione anche un miliardo di volte, ma non diventerà mai e poi mai verità!\r\n

    Giugno 17, 2021 19:05