La realtà si vendica presto?

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Referendum acqua, adesso Vendola vota no sulla tariffa

Lorenzo Dilena
L’Acquedotto Pugliese chiude il 2010 con 37 milioni di profitti. Ma il  governatore Vendola, quello dell’«acqua bene dell’umanità», non ci pensa nemmeno  a tagliare la tariffa e a rinunciare alla remunerazione del 7%. «è  indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della  demagogia».
Nichi Vendola
Governatore  di Puglia con bicchiere d’acqua
27 giugno 2011 - 19:21Atto primo: il Nichi Vendola che uno conosce, quello  che parla con la «poesia dei fatti» dritto dritto al cuore: «L’acqua è un  bene comune dell’umanità, un diritto di tutti, non assoggettabile a logiche di  mercato». Applausi. Intermezzo: il referendum sulla tariffa idrica, per  abrogare la remunerazione del 7% del capitale investito, passa a furor di  popolo. Altri applausi. (leggi l’intervista sulle conseguenze del voto: «Se vince il sì non ci saranno soldi da investire») Atto secondo: il Nichi Vendola che uno non s’aspetta, non  poetico ma prosaico, come spesso è la realtà: «è indispensabile fare i  conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia – ha appena  detto il presidente della Regione Puglia – Sull’Acquedotto Pugliese abbiamo  deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo.  Per questo non abbasseremo le tariffe». Cioè: le bollette dell’acqua non  caleranno, e si continuerà a pagare quel 7% di remunerazione forfettaria del  capitale investito. Come se l’intermezzo di puro lirismo della politica, il  referendum, non ci fosse stato. Sorpresi? Tenetevi, le piroette giustificative  di Vendola non sono da meno. Perché, allora, non si è parlato chiaro e con onestà agli  elettori, prima e non dopo? «Nessuno me l’ha chiesto». Secondo il  presidente della Puglia, non c’è scelta perché va pagato il prestito  obbligazionario da 165 milioni di sterline che scade nel 2018, su cui grava un  tasso di interesse del 6,92 per cento: «Quella remunerazione non è utilizzata,  come dovrebbe, per gli stessi investimenti ma rappresenta la copertura di un  debito e quindi dal punto di vista finanziario un costo». Però l’Acquedotto Pugliese s.p.a. fa utili. Eccome se li fa:  37 milioni di euro nel 2010. Come un’impresa privata, anche se è controllata  dalla Regione Puglia. Alla conferenza stampa, convocata oggi a Bari la stella  polare di Sinistra Ecologia Libertà si è vantato dei risultati con il piglio del chief executive officer (il vero amministratore della società,  l’ingegner Ivo Monforte, era comuque presente): «Portiamo un risultato di  bilancio che è straordinario, portiamo un risultato di apprezzamento da parte  degli attori economici fondamentali che è straordinario». La foglia di fico del  dietro-front? «All’indomani del referendum abbiamo immediatamente portato in  Consiglio regionale la nostra legge di ripublicizzazione di Acquedotto  Pugliese». La poesia sui fatti.
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