Governo con m5s? No, grazie!!! di Luciano Iannaccone

  [media-credit id=67 align="alignnone" width="300"][/media-credit]     I NODI VENGANO AL PETTINE   “E’ chiaro che la proposta del Movimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza e quello della Lega sull’abolizione della legge Fornero sono impraticabili, perché costerebbero troppo. Ma qualcosa per queste categorie, che sono le uniche sulle quali si è scaricato il peso della crisi da parte di governi che l’hanno gestita così male, Lega e Movimento 5 Stelle dicono di volerlo fare”: così parlò Zarathustra Travaglio la sera del 5 marzo dal suo salotto di casa di Otto e mezzo. Sono parole degne di nota nel vorticoso circo comunicativo del dopo voto e anche qualcosa di finalmente utile nel repertorio retorico dell’autore, tanto imponente quando caduco. Lasciamo da parte le inaccettabili semplificazioni sulle categorie (quali ?), sulla crisi e sui governi Renzi e Gentiloni, che dopo sei anni di crisi hanno invertito progressivamente negli ultimi quattro la tendenza negativa del Pil, dell’occupazione e della cig, della produzione industriale, del debito e del deficit. Il punto centrale è l’ammissione che sia i 5 Stelle che il centro-destra (con l’irrefrenabile fantasia di Berlusconi) hanno fatto promesse che non erano e non sono in grado di mantenere. Il buon Marco dice che così mostrano di voler fare qualcosa per il disagio sociale di tanti. Io invece, come tanti, so per certo che per acchiappare quanti più voti possibili  hanno preso con gli elettori impegni che sapevano di non poter onorare.   L’hanno fatto mentre la grande stampa, come ha ricordato Dario Parrini, faceva a sua volta di ogni erba un fascio calcolando le misure espansive del centro-destra in 136 miliardi (pari all’8% del Pil), dei 5 Stelle in103 miliardi (pari al 6% del pil) e del Pd in 38 miliardi (pari al 2% del Pil) per concludere, sorvolando sulla grande differenza fra le cifre, che erano tutte ugualmente inattuabili. E’ chiaro naturalmente che tutto si può fare se si allunga con la mano destra quello che subito dopo ci si riprende con la sinistra: fuor di metafora, le mirabolanti elargizioni promesse da 5 Stelle  e centro-destra per una parte si finanziano con la fantasia creativa (cioè a parole) e per altra parte abolendo in tutto o in parte le detrazioni fiscali esistenti. Detrazioni che, dalle spese mediche a quelle sul mutuo a quelle su ristrutturazioni e riqualificazione energetica delle case e ad altre ancora riducono già ora significativamente le imposte da pagare, sono un elemento consolidato dei bilanci familiari e che sarebbero  tolte per essere ( forse) sostituite da altre benefici: la zuppa e il pan bagnato. Il miglior epitaffio a questa presa in giro l’ha fatto Luigino Di Maio proprio oggi: “Per decenni i partiti hanno messo al centro i loro interessi ed obiettivo erano sempre e solo le poltrone, mai gli interessi del cittadini. Questo è il passato” (Televideo).   Il passato ? E’ invece il nostro presente e soprattutto il tuo, caro capo politico, con le miserie su cui prospera. Solo se si rafforzerà in tanti il disgusto per la menzogna, per l’abuso della credulità popolare, per la violenza psicologica e verbale, per la demagogia più sfrenata, per l’interessata fuga dalla realtà che colpisce soprattutto i deboli e gli indifesi potremo venire a capo di questo vergognoso imbroglio e avanzare in Italia ed in Europa. La società liberale, unita dall’eguaglianza delle opportunità e dalla coesione sociale, deve abbattere il muro di opacità che sta davanti a  noi: i nodi vengano al pettine.   Luciano Iannaccone

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